La rete è diventata sempre più invasiva, così come le restrizioni nazionali che si applicano a numerosi servizi, come per esempio Amazon Prime Video.
Ecco che, un tempo prerogativa degli hacker e dei governi, i VPN sono diventati un modo nuovo di fruire del web senza essere costantemente tracciati e con la possibilità di simulare nazioni fittizie per accedere a contenuti region locked.
I servizi di VPN di qualità sono naturalmente a pagamento, altrimenti, in modo gratuito si trovano solo alcune app che non garantiscono la privacy e che, spesso e volentieri nascondono delle insidie.
Sì perché sfruttare un VPN non significa necessariamente sparire nel nulla, le informazioni che immettiamo passano infatti da degli snodi, se i proprietari di questi non sono affidabili, ci ritroviamo così a lasciare in mano di sconosciuti il nostro materiale privato.
Naturalmente esistono VPN di qualità, utilizzati in tutto il mondo e capaci di garantire una certa sicurezza.
Ed eccoci quindi di fronte a un web che si fa sempre più complesso dove, se teniamo alla nostra privacy, navigare “in chiaro” è diventata però una follia.
I siti infatti sono oramai mezzi di collezione di dati e, in particolare i motori di ricerca creano vere e proprie schedature degli utenti, seguendo i loro movimento di sito in sito attraverso i tracker fino a generare dei profili impeccabili delle nostre abitudini e della nostra personalità. Una realtà distopica che si è venuta a creare rendendo sempre più popolare la navigazione filtrata dai VPN.
Un VPN sostanzialmente fornisce una maschera attraverso la quale migliaia di utenti navigano per la rete attraverso un solo IP. In questo modo le nostre informazioni si fondono a innumerevoli altre impedendo così la creazione di un profilo e la comprensione dei nostri movimenti da parte delle compagnie web.
Allo stesso tempo la navigazione via VPN è spesso più lenta, e meno sicura di quello che si pensa a seconda del servizio che scegliamo di utilizzare. Informatevi bene quindi prima di sottoscrivere un abbonamento!
