Una recente discussione sta portando a una riflessione sulle possibilità effettive della tecnologia moderna, capace secondo alcuni di dar vita a uno stato anarchico e auto organizzato.
L’ipotesi è quella di una società autogestita, priva di poteri centrali e interamente animata da IA e sistemi ipertecnologici. L’idea la espone Saul Newman, ordinario di scienze politiche alla Goldsmiths University di Londra.
Il parere di Newman è che la tecnologia moderna sia la chiave di volta per lo sviluppo di una società anarchica. Gli sviluppo di internet, attraverso l’informazione non filtrata e la diffusione dei media alternativi, così come la nascita di servizi e criptomonete che escono dal controllo delle autorità monetarie centrali, sono i primi segni di un processo iniziato e che si muove in una direzione precisa, almeno che, le nazioni stesse, per arginare il rischio non provino la mossa autoritaria, trasformando il mondo informatizzato in un incubo dittatoriale come previsto da molti autori di fantascienza.
A spingere questa tendenza sarebbero inoltre, secondo Newman il crollo della fiducia nelle istituzioni, così come l’effettiva utilità delle novità nate spontaneamente su internet, da crowdfunding, che permette di scavalcare totalmente chi detiene il denaro, al semplice dibattito e informazione costanti che troviamo su canali come 4Chan e Reddit.
Le persone poi si organizzano in modo autonomo sfruttando gli strumenti digitali, che permettono di fatto di dar vita a piccole realtà e strutture fino ad adesso solo utopiche.
Basti pensare ai team di Hacker etici, alla lotta al terrorismo informatico svolta da gruppi autoorganizzati che non rispondono ad alcuna autorità ma che si uniscono per colpire obiettivi comuni, semplicemente seguendo linee generiche di ideologie e un concetto di “bene” generale.
Nel caso italiano poi, basta pensare al Movimento 5 Stelle, semplice realtà web che orbitava intorno al Blogo di Beppe Grillo, diventata sempre più grande e sfaccettata fino a raggiungere addirittura la guida del paese.