Il Garante per la protezione dei dati personali si è detto contrario all’utilizzo del fantascientifico sistema Sari Real Time da parte del Ministero dell’Interno.
Lo fa esprimendo preoccupazione per quello definito come un” sistema” che “oltre ad essere privo di una base giuridica che legittimi il trattamento automatizzato dei dati biometrici per il riconoscimento facciale a fini di sicurezza realizzerebbe per come è progettato una forma di sorveglianza indiscriminata/di massa”.
Una notizia preoccupante che vede storie alla Black Mirror diventare realtà in un periodo di avanzamento tecnologico rapidissimo.
Secondo l’esame eseguito dall’Autorità, il sistema non è ancora attivo, ma consentirebbe, attraverso una serie di telecamere installate di leggere in tempo reale i volti ripresi collegandoli con banche dati virtuali sempre più complesse e ricche ti informazioni.
Una schedatura di massa che potrebbe avvenire 24 ore su 24 con l’applicazione di questa tecnologia, considerata da molte autorità un pericolo per la privacy dei cittadini.
Il sistema è studiato per lanciare degli alert sulla base di volti inseriti nella banca dati, in modo da attivare le forze dell’ordine segnalando la presenza di un determinato individuo in un luogo.
Si tratta di un dispositivo studiato per la sicurezza, in particolare per evitare attacchi terroristici che muove con se un pesante lato oscuro legato alla privacy.
Un compromesso difficile da gestire, bocciato dal Garante della Privacy che vede in questa macchina uno strumento di sorveglianza di massa indiscriminato.
Il sistema permette inoltre di registrare le immagini, altro elemento che apre una grossa falla legislativa.
Per il momento quindi, il via libera dell’utilizzo di questi sistemi sembra bloccato, in attesa di vedere come sarà gestita la questione, molto spinosa.
Un altro segno di come l’avanzamento tecnologico e le AI, possano diventare un grosso pericolo e mettano le legislazioni di fronte a decisioni molto difficili, soprattutto in tempi così brevi.