Sebbene i siti di torrent continuino ad andare giù, le major discografiche sembrano aver capito negli ultimi anni che la pirateria non va sconfitta con la repressione, ma con un’offerta competitiva, ovvero dare un valore aggiunto all’utente tale che quest’ultimo preferisca pagare per ottenerlo piuttosto che dove usare un proxy per scaricare musica pirata.
Grazie a questo colpo di genio, infatti, il fenomeno della pirateria musicale sembra essere sensibilmente diminuito, così come è aumentato il numero di brani acquistati online, con iTunes che batte record su record in termini di fatturazione ogni mese che passa.
La tendenza, naturalmente, è visibile anche in Italia.
Servizi che permettono di avere tutta la musica che si vuole in un batter di ciglia alla fine l’hanno avuta vinta sui programmi peer to peer che invece richiedevano ore per scaricare un brano. Oggi, con l’uso degli smartphone soprattutto, si cerca sempre la via più veloce per ottenere qualcosa.
Servizi come Spotify lo dimostrano: la gente preferisce pagare dieci euro al mese per avere le proprie canzoni sempre disponibili e organizzate in playlist piuttosto che attendere che vengano scaricati tutti i brani, uno ad uno, sul proprio computer, con rischi per la sicurezza per poi trasferirli sul cellulare (beh, effettivamente detta così viene anche a noi la voglia di pagare dieci euro al mese).
Abbiamo chiesto un parere ad esperti del settore, ossia agli autori di Blog di Musica, i quali affermano:
Non possiamo imputare l’improvviso aumento di vendite di brani musicali alla stangata data alla pirateria, quanto piuttosto all’offerta di servizi come le app che favoriscono l’acquisto di musica rendendolo semplice e veloce e permettendo all’utente di organizzare la propria libreria come mai si era potuto prima, per giunta su un dispositivo come lo smartphone, che ci portiamo sempre dietro.
Grazie agli smartphone e alle app, dunque, il business della musica online va a gonfie vele e sembra essere destinato ad aumentare ulteriormente i suoi introiti.